**Giorno 25 Aprile: Da Egna a Cremona attraverso le Strade Statali**
Partenza da Egna, provincia di Bolzano, alle 10:30 del mattino. Il viaggio è stato tranquillo, seguendo esclusivamente le strade statali per un totale di 209 km. Durante il percorso, abbiamo fatto una sosta per il pranzo in un parcheggio molto suggestivo ad Ala, alle coordinate 45.75488, 11.00102. È un luogo che ho trovato particolarmente bello e intendo conservare questa posizione nel mio blog per futuri viaggiatori.
Nel pomeriggio, sono arrivato a Cremona alle 17:30, dove ho sostato per la notte
**Giorno 26 Aprile: Esplorazione di Cremona e Ritorno a Casa**
La giornata è iniziata con la visita alla splendida città di Cremona. abbiamo avuto l’opportunità di esplorare i suoi monumenti storici e respirare l’atmosfera unica che la città offre.
Dopo pranzo, abbiamo lasciato Cremona alle 13:30 per dirigerti verso Torino. Una breve sosta a Beinasco per svuotare le acque grigie e la cassetta del wc, necessario dopo giorni di viaggio.
Raggiunto il rimessaggio e lasciato Camillo al sicuro per il prossimo avventuroso viaggio, poco dopo, siamo finalmente arrivati a casa, portando con noi i ricordi di un viaggio indimenticabile.
Avevamo lasciato Camillo, in un parcheggio tranquillo a circa 25 chilometri a nord di Monaco. Il cielo, plumbeo e minaccioso già dalla sera prima, non ci aveva dato tregua per tutta la notte. La pioggia tamburellava incessante sul tetto del camper, come una melodia inquieta, accompagnata da un vento freddo che faceva tremare gli alberi intorno.
All’alba, avvolti in strati di abiti termici, abbiamo inforcato la moto con coraggio e un pizzico di incoscienza. Il tragitto fino al cuore della città è stato un banco di prova: l’asfalto bagnato, l’aria pungente e quel tipo di freddo che si insinua tra i guanti e risale lungo le braccia. Ma la vista della città che si apriva davanti a noi, con i suoi tetti rossi e le guglie gotiche che bucavano il cielo grigio, ha ripagato ogni chilometro.
Abbiamo iniziato la nostra esplorazione nei dintorni di Marienplatz, il cuore pulsante di Monaco. La piazza era animata da turisti armati di ombrelli colorati e cittadini frettolosi, abituati a quel clima ballerino. Il Neues Rathaus, con la sua facciata imponente e l’orologio del carillon che racconta leggende bavaresi, ci ha accolto in tutta la sua bellezza. Ci siamo lasciati trasportare dall’atmosfera elegante e un po’ retrò della città, perdendoci tra i vicoli, i caffè dai profumi invitanti e le vetrine ricche di tentazioni.
Verso mezzogiorno, però, la pioggia è tornata decisa, quasi a volerci dire che Monaco, per oggi, aveva già dato. Le nuvole si sono fatte più scure, il vento più intenso, e dopo uno sguardo d’intesa abbiamo deciso che era il momento di tornare da Camillo. Ci siamo promessi, però, che un giorno torneremo con più calma: visiteremo i musei, percorreremo i viali verdi dell’Englischer Garten, ci concederemo una serata in birreria. Oggi, Monaco è stata solo un assaggio, umido ma affascinante.
Una volta rientrati al camper e asciugati con cura, ci siamo dedicati a un pranzo caldo e confortante, ricaricando le energie per la tappa successiva. L’itinerario ci portava verso sud, lungo un tracciato di 313 chilometri, evitando le autostrade per goderci ogni scorcio che le statali potessero offrirci.
Il paesaggio cambiava lentamente: dalle pianure tedesche punteggiate di casette colorate si passava a colline sempre più mosse, poi montagne, con le cime ancora imbiancate dalla neve di primavera. Attraversavamo villaggi sonnolenti e boschi verdissimi. A ogni curva, uno scorcio nuovo. A ogni saliscendi, un’altra occasione per rallentare e osservare.
Nel tardo pomeriggio abbiamo raggiunto Egna, un piccolo borgo incastonato nel cuore dell’Alto Adige, in provincia di Bolzano. Ad accoglierci, una piazza silenziosa, palazzi dai portici eleganti e la consueta pace che accompagna l’arrivo a fine giornata.
Camillo ha trovato posto per la notte in un’area tranquilla, affacciata su una piccola vigna. Abbiamo sistemato il necessario per la sera, acceso il riscaldamento e preparato per cena spezzatino.
Mentre il crepuscolo calava sulle montagne e le luci calde delle case iniziavano ad accendersi una a una. Un momento di quiete, dopo una giornata fatta di pioggia, freddo, chilometri e scoperte, mi sono seduto nel tavolino del parco per scrivere di oggi.
Questa sera… Serata cinema! Con la serie degli star gate
Il viaggio continua, con quella sensazione unica che solo la strada sa dare. Stamattina abbiamo lasciato Camillo, il nostro fedele compagno di viaggio, in un’area sosta tranquilla a circa sette chilometri dal cuore di Bamberga. Così abbiamo inforcato la moto, quel nostro secondo mezzo di esplorazione che ci permette di vivere le città in modo più agile, più diretto, con il vento in faccia e lo sguardo libero di perdersi tra i tetti rossi e le guglie gotiche.
Bamberga ci accoglie con la sua atmosfera sospesa nel tempo. Passeggiamo tra le strade acciottolate, tra case a graticcio dai colori caldi e balconi fioriti. Ogni angolo sembra raccontare una storia. Il centro storico, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, è un intreccio di scorci medievali e suggestioni barocche. Saliamo fino al Duomo, attraversiamo il ponte vecchio e ci lasciamo sorprendere dal Rathaus costruito nel mezzo del fiume Regnitz, come se sfidasse l’acqua e la logica con la sua posizione bizzarra e affascinante.
Verso le 14 riprendiamo la strada. È il momento di salutare Bamberga e dirigerci verso una nuova meta: Monaco.
La superstrada scivola sotto le ruote di Camillo come un nastro grigio tra i campi di primavera. Attraversiamo la Franconia lasciandoci alle spalle colline dolci e villaggi ordinati, e mentre i chilometri scorrono, cresce l’attesa per ciò che ci aspetta. Oggi ci lasciamo alle spalle circa 230 km. Un bel tragitto.
Arriviamo a Ismaning verso le 17. Questo tranquillo centro bavarese si trova a circa 20 km a nord di Monaco, ed è perfetto per una sosta comoda e strategica. Troviamo un grande parcheggio, spazioso e silenzioso, ideale per far riposare Camillo e prepararci alla tappa successiva.
Anche qui, la moto torna protagonista. Facciamo un giro per il paesino: un rifornimento di benzina, qualche provvista da mettere in cambusa, e il piacere di scoprire un angolo meno turistico ma autentico della Baviera. Le case sono ordinate, con giardini curati e tetti spioventi. La gente ci guarda con un misto di curiosità e sorriso, come spesso accade quando si viaggia con uno spirito libero.
Ora siamo fermi, con il sole che cala lentamente dietro le fronde degli alberi. È quel momento sospeso in cui si prepara la cena, si sistema qualcosa nel camper, si fa il punto sulla giornata e si sogna già la prossima tappa. Domani ci aspettano gli ultimi chilometri in moto, quelli che ci porteranno nel cuore di Monaco, pronti a immergerci nella sua energia cosmopolita, tra palazzi eleganti, birrerie storiche e grandi viali.
A domani, Monaco ci aspetta.
La mattina ci accoglie sulle sponde tranquille del Meno, a Würzburg, dove il nostro camper si è concesso una notte di riposo cullato dal fiume. È una di quelle città che ti sorprendono senza alzare troppo la voce: eleganza silenziosa, un tocco di nobiltà e la sensazione che dietro ogni angolo ci sia una storia da ascoltare.
Non dobbiamo fare molta strada per raggiungere il cuore nobile della città: la Residenza di Würzburg, un capolavoro barocco dichiarato Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Parcheggiamo nelle vicinanze, comodi e pronti per tuffarci in un mondo fatto di affreschi spettacolari, stucchi dorati e sale che sembrano uscite da un sogno del Settecento. La visita ci tiene impegnati fino a mezzogiorno, il tempo vola mentre attraversiamo queste stanze dove un tempo si muovevano principi-vescovi e imperatori.
Terminata la visita, salutiamo Würzburg con un po’ di nostalgia e mettiamo il muso del camper in direzione nord: destinazione Bamberga. Ma prima, una tappa un po’ speciale per noi amanti della vita su quattro ruote: ci fermiamo vicino all’azienda Concorde, nota per i suoi camper di lusso. Nell’area di sosta adiacente all’azienda troviamo posto per il pranzo e, dopo aver ricaricato energie, non posso resistere alla tentazione: vado a curiosare tra questi giganti della strada che costano quanto (se non più di) una casa.
È un’esperienza surreale. Questi veicoli sembrano astronavi del comfort, veri e propri appartamenti mobili con ogni genere di lusso: cucina completa, bagno con doccia separata, salotti in pelle, persino la possibilità di portare a bordo una Smart o uno scooter nel garage posteriore. Inutile dire che lo sguardo resta a lungo sospeso tra sogno e realtà. Tornando al nostro camper, che magari non sarà un Concorde ma è pur sempre il nostro piccolo nido itinerante, lo guardo con un sorriso: sì, è più modesto, ma è casa nostra.
Verso le 17 decidiamo di rimetterci in marcia per raggiungere finalmente Bamberga. La strada scorre liscia, la campagna della Franconia ci accompagna con i suoi verdi morbidi e le colline che sembrano disegnate a mano. Ma l’arrivo a Bamberga si rivela più complicato del previsto: tutte le aree di sosta risultano piene. È il rovescio della medaglia del viaggiare in camper nei luoghi più gettonati – soprattutto in primavera o nei fine settimana.
Dopo qualche tentativo a vuoto e un paio di giri un po’ stressanti, troviamo finalmente posto per la notte a circa 6 km dal centro, in un’area tranquilla che fa il suo dovere: ci offre riparo, un po’ di silenzio e tutto il necessario per una sosta serena.
È sera. Abbiamo percorso poca strada, ma riempito gli occhi di bellezza e le ore di emozioni: dall’arte e la storia della Residenza di Würzburg al design futuristico dei camper Concorde, passando per la piccola odissea alla ricerca di una sosta. Domani ci aspetta Bamberga, con i suoi canali, le birrerie storiche e il fascino medievale. Ma per ora, ci godiamo il silenzio, il nostro camper e l’idea che ogni giorno in viaggio sia diverso, anche quando non tutto va come previsto.
Il viaggio continua, e con esso quella sensazione di libertà che solo un camper, una mappa e un orizzonte sempre nuovo possono regalare. La tappa di oggi ci ha portati in uno dei borghi più suggestivi della Baviera: Rothenburg ob der Tauber. Un nome lungo, dal suono antico, come la città stessa, ferma nel tempo e avvolta da un’atmosfera fiabesca.
La città sembra ancora addormentata, avvolta da un silenzio denso e profondo, rotto solo dal rumore dei nostri passi sul selciato. L’ingresso attraverso le antiche porte medievali è già un’esperienza: sembra di oltrepassare una soglia temporale. Le mura che abbracciano il centro storico sono perfettamente conservate, e percorrerle offre scorci incredibili sulle case a graticcio, i cortili fioriti e le torri che svettano verso il cielo.
Passeggiamo per le vie strette, tra botteghe che vendono artigianato, giocattoli in legno, decorazioni natalizie (qui è Natale tutto l’anno), e profumo di dolci alla cannella. Rothenburg è come un set cinematografico, ma vero. La piazza del mercato è il cuore pulsante: elegante, colorata, piena di storia. Ci fermiamo davanti al Rathaus, il municipio, e ci godiamo lo spettacolo delle facciate che sembrano uscite da una cartolina d’altri tempi.
Dopo qualche ora di visita, decidiamo che è il momento giusto per cambiare ritmo. Lasciamo il centro storico alle nostre spalle e ci dirigiamo verso un prato verde che si apre ai piedi della città, accanto al fiume Tauber. Lì, dove l’acqua scorre lenta e i salici toccano quasi la superficie, ci fermiamo per una grigliata. Siamo soli, o quasi. Alcuni ciclisti passano lungo il sentiero sterrato, qualche famiglia distesa sull’erba. C’è un senso di pace, un equilibrio perfetto tra natura e tempo.
Tiriamo fuori sedie, cibo e bevande. La brace comincia a scoppiettare, e l’aroma della carne alla griglia si mescola all’aria fresca della campagna tedesca.
Ci sentiamo parte di qualcosa di semplice, ma profondamente autentico. Questo è viaggiare: non solo vedere luoghi, ma viverli con lentezza. Ogni viaggio ha bisogno di momenti così, in cui si smette di correre e si impara a respirare.
Alle 16:30 risaliamo sul camper. È il momento di ripartire. Lasciamo Rothenburg con la sensazione che torneremo, un giorno. La strada verso Würzburg è tranquilla, costellata di paesaggi dolci: colline verdi, vigneti, paesini dai tetti rossi che spuntano come funghi.
Verso le 19 facciamo una sosta tecnica. È il lato pratico della vita in camper: svuotare le acque grigie, svuotare la cassetta del WC, fare rifornimento d’acqua pulita. Una routine che ormai affrontiamo con naturalezza, quasi con una certa soddisfazione. È un po’ come “resettare” il mezzo e prepararlo per la tappa successiva.
Mentre il sole comincia a calare dietro le colline, troviamo un posticino tranquillo per passare la notte, non lontano da Würzburg. Ci fermiamo, tiriamo il freno a mano e ci rintaniamo al calduccio. Fuori piove.
La luce è calda, morbida. Qualcuno legge, qualcun altro prende appunti sul diario di bordo. Io scrivo, per non dimenticare. Perché ogni tappa ha il suo sapore, il suo ritmo, il suo senso. E raccontarla è un modo per riviverla, per fissarla dentro.
Domani sarà un altro giorno, un’altra strada, un altro paesaggio. Ma questa giornata a Rothenburg, con la sua fiaba medievale, il fiume tranquillo e la semplicità di un pasto all’aria aperta, resterà tra le più dolci di questo viaggio.
La mattina successiva, dopo una colazione lenta e rilassata, partiamo da Ederheim verso le 10.30 per visitare Nördlingen, una delle tre città della “Strada Romantica” ancora completamente circondata da mura medievali. Ci arriviamo in meno di mezz’ora, ed è subito chiaro che qui c’è qualcosa di speciale.
Nördlingen è costruita all’interno di un antico cratere meteoritico – il Rieskrater – e questa particolarità le conferisce un fascino geologico oltre che storico. Salire sulla torre della chiesa di San Giorgio, il famoso “Daniel”, regala una vista a 360 gradi sulle mura circolari e sui tetti rossi del centro storico. Il percorso lungo le mura è interamente percorribile a piedi: un tuffo nella storia, tra torri di guardia, merli e scorci pittoreschi.
Passeggiamo per il centro storico tra botteghe artigiane, caffè all’aperto e facciate colorate. Ogni angolo sembra raccontare una storia, e il ritmo lento della città invita a godersi ogni dettaglio. Qui tutto sembra essere rimasto come secoli fa, ma senza il peso della nostalgia: è una città viva, abitata, eppure incantata.
Rothenburg ob der Tauber – Il sogno medievale
Nel pomeriggio ci rimettiamo in viaggio, direzione Rothenburg ob der Tauber, dove arriviamo intorno alle 18.30. Rothenburg è probabilmente una delle città più fotografate della Germania, e appena mettiamo piede nel suo centro storico capiamo il perché.
Case a graticcio perfettamente conservate, stradine acciottolate, torri, portoni e insegne in ferro battuto: tutto è incredibilmente armonioso, come se il tempo si fosse fermattempo si fosse fermato.
Partiamo dal Brennero alle 9.00 del mattino, con il cielo limpido e l’aria ancora frizzante. La strada si snoda tra le montagne dell’Austria occidentale, dove la natura sembra ancora padrona di tutto. Attraversiamo il Tirolo con i suoi paesini da cartolina, tetti spioventi e chiesette con campanili a cipolla. Innsbruck ci sfila accanto con la sua eleganza alpina, ma non ci fermiamo: il viaggio chiama, e vogliamo arrivare a Ulma per pranzo.
Sosta a Ulma – Tra guglie gotiche e scorci sul Danubio
Arriviamo a Ulma verso metà giornata. La città ci accoglie con il suo simbolo più iconico: il Münster, la cattedrale gotica con la guglia più alta del mondo. Salire i suoi 768 gradini è quasi un rito per chi visita Ulma, e la vista dalla cima ripaga ogni fatica. La città vecchia è un gioiello di case a graticcio, vicoli acciottolati e scorci pittoreschi lungo il Danubio. Facciamo una passeggiata nel quartiere dei pescatori (Fischerviertel), dove le case sembrano uscite da una fiaba e l’acqua scorre tranquilla sotto piccoli ponti in legno.
Dopo una breve pausa ripartiamo alla volta della nostra meta finale per la giornata: Ederheim.
Ederheim – Un piccolo angolo di pace
Alle 19.30 raggiungiamo Ederheim, un villaggio tranquillo immerso nella campagna della Svevia. Qui il tempo sembra rallentare. È il luogo perfetto per riposare dopo una giornata di viaggio intensa. La notte scende lentamente, e con essa il silenzio, rotto solo dal canto degli uccelli notturni
Giorno 1: Sotto un Cielo di Piombo (Torino – Mantova)
Il 17 aprile, invece di un caldo abbraccio solare, Torino ci ha salutato con un diluvio universale. Lasciavamo la città alle 16:30. Le gocce sul parabrezza di Camillo non hanno spento il nostro entusiasmo, ma hanno aggiunto un tocco di drammaticità all’inizio della nostra avventura verso la storica Mantova, distante 289 chilometri di autostrada.
Il nastro d’asfalto si è snodato sotto un cielo grigio ardesia, con la pioggia che batteva sul tetto di Camillo, creando una sorta di colonna sonora del nostro viaggio. I paesaggi che scorrevano fuori dal finestrino avevano una tonalità diversa, satura e intensa. I campi, bagnati e lucidi e allagati, riflettevano la luce plumbea del cielo, mentre le sagome lontane delle montagne si stagliavano avvolte in una bruma suggestiva.
All’interno di Camillo, l’atmosfera era accogliente e protettiva. Il suono della pioggia creava un senso di intimità, quasi un bozzolo caldo e asciutto che ci isolava dal mondo esterno. La comodità del nostro camper si è rivelata ancora più preziosa in queste condizioni meteorologiche avverse, offrendoci un rifugio confortevole dove poter sorseggiare una bevanda calda e goderci il viaggio senza il disagio di dover affrontare la pioggia all’aperto.
I chilometri sono scivolati via sotto il segno dell’acqua, con i tergicristalli che danzavano incessantemente sul parabrezza. Le chiacchiere si sono fatte più sommesse, quasi sussurrate, accompagnate dal tamburellare costante della pioggia. Ogni luce dei fari che incrociavamo nella penombra autostradale era un piccolo faro nella notte umida.
Alle 20:30, le luci di Guidarlo, un paese vicino Mantova hanno fatto capolino attraverso il velo di pioggia, un benvenuto luminoso in una serata umida. Abbiamo trovato un rifugio tranquillo per Camillo, dove le gocce continuavano a cadere, creando un’atmosfera ovattata. La cena, preparata nel caldo della nostra cucina mobile, ha avuto un sapore ancora più confortante, un piccolo piacere in una giornata grigia. La prima notte a bordo di Camillo, cullati dal suono della pioggia, si è trasformata in un’esperienza quasi meditativa, un contatto primordiale con la forza della natura.
Giorno 2: Un’Odissea Liquida nel Cuore delle Alpi (Mantova – Brennero)
Il secondo giorno si è svegliato con lo stesso cielo piangente del precedente. Nonostante ciò, il nostro spirito avventuroso non si è spento. Dopo una colazione al caldo di Camillo, abbiamo salutato Guidarooo, pronti ad affrontare i 255 chilometri che ci separavano dal Brennero, scegliendo la strada statale, desiderosi di scoprire il volto di un’Italia bagnata e intensa.
Abbandonando la pianura, il paesaggio si è trasformato sotto una luce umida e vibrante. Le colline, sferzate dalla pioggia, mostravano una vegetazione lussureggiante, con i colori amplificati dall’acqua. I borghi antichi, avvolti in una nebbiolina spessa, sembravano ancora più carichi di mistero e di storie sussurrate dal vento e dalla pioggia.
Guidare lungo queste strade è stata un’esperienza quasi surreale. Il profumo della terra bagnata si mescolava all’aria fresca e umida, creando un’atmosfera unica. La pioggia, a tratti più intensa, a tratti più leggera, disegnava veli liquidi sui finestrini, trasformando il paesaggio in un acquerello in movimento. Il ritmo più lento ci ha permesso di notare dettagli che altrimenti sarebbero sfuggiti: le gocce che scivolavano sulle foglie, i ruscelli gonfi d’acqua che scorrevano impetuosi, le montagne che si ergevano maestose, le loro cime spesso avvolte nelle nuvole basse.
La sosta per la spesa, sotto la protezione degli ombrelli, ci ha permesso di scoprire un’Italia resiliente, dove la vita continuava nonostante il tempo avverso. Il supermercato era un tripudio di colori vivaci che contrastavano con il grigio del cielo, e l’accoglienza della gente del posto era ancora più calorosa, quasi un modo per compensare il freddo umido. Anche il rifornimento di gasolio è stato un breve intermezzo bagnato, ma comunque parte integrante della nostra avventura.
Man mano che ci avvicinavamo al Brennero, la pioggia si faceva più insistente, quasi a voler mettere alla prova la nostra determinazione. Le montagne si ergevano imponenti, le loro pendici percorse da rivoli d’acqua scintillante. La vegetazione alpina, satura di umidità, emanava un profumo intenso e selvaggio. Ogni tornante era una sfida, una curva bagnata che richiedeva attenzione e prudenza, ma che allo stesso tempo offriva scorci di una bellezza potente e primordiale.
Le otto ore di viaggio su strade statali, sotto il costante battito della pioggia, sono diventate un’epopea liquida. L’arrivo al Brennero, alle 18:00, è stato quasi una vittoria contro gli elementi. Ci siamo trovati di fronte a un confine avvolto nella nebbia e nella pioggia, un luogo dove la forza della natura si faceva sentire in tutta la sua intensità.
Parcheggiare Camillo con la vista delle Alpi avvolte nel mistero della pioggia e della nebbia è stata un’emozione intensa. Ci siamo sentiti piccoli, ma anche incredibilmente tenaci, capaci di affrontare un viaggio impegnativo senza perdere l’entusiasmo. La cena, preparata nel nostro caldo rifugio mobile, ha avuto il sapore della conquista, un pasto caldo e confortante dopo una giornata di sfide.
Le torrette del castello si stagliano verso il cielo, quasi a voler toccare le nuvole, mentre le finestre sembrano scrutare l’orizzonte, custodi di segreti e storie antiche. Ho immaginato la Regina Margherita passeggiare tra queste mura, ammirando il panorama mozzafiato che si apre sulla valle.
Ogni stanza del castello è un tesoro di eleganza e raffinatezza, con arredi d’epoca, affreschi delicati e dettagli che raccontano la vita di corte. Ecco la sala da pranzo, dove i Savoia si riunivano per sontuosi banchetti, e la camera da letto della Regina, un rifugio intimo e accogliente.
Ma ciò che mi ha colpito di più è stata la vista che si gode dalle finestre del castello: un panorama sconfinato di cime innevate, boschi rigogliosi e prati verdi, un vero e proprio spettacolo
La Porta Pretoria mi ha accolto come un varco temporale, catapultandomi nell’antica Augusta Praetoria Salassorum. Il Teatro Romano, con le sue rovine silenziose, mi ha fatto immaginare gli spettacoli che un tempo animavano questo luogo. Ho scattato qualche foto, cercando di catturare l’essenza della storia.
Il cuore pulsante della città
Piazza Chanoux, con i suoi caffè e palazzi eleganti, è il luogo ideale per osservare la vita cittadina.